Alto 1.190 metri, si trova sul versante sud-ovest del monte Amiata. Fa parte di una riserva caratterizzata da scarsa presenza di vegetazione arborea, anche se vi crescono castagni, olmi, noccioli e aceri. L’agricoltura è basata sulla pastorizia e coltivazioni tradizionali. Vi si trovano numerose specie, di grande interesse comunitario, oltre che mammiferi come il gatto selvatico, la puzzola, la faina, la martora e il tasso.
Il Monte Labbro è famoso perchè scelto come luogo di devozione da Davide Lazzaretti, fondatore intorno al 1870 del movimento Giurisdavidico: visibili alcuni segni dei riti, tra cui una torre, una grotta scavata nella roccia, una croce e una campana. Talvolta ancora oggi, la notte del 14 agosto, i pochi seguaci della Chiesa Giurisdavidica si radunano qui per celebrare la memoria del fondatore.
Lazzaretti (1834-1878), un barrocciaio di Arcidosso, da alcuni fu considerato un “Santo”, per altri un visionario socialista ante-litteram. Oggi si tende ad una rivalutazione di questa figura che ha impersonato un momento storico assai delicato, in cui Stato e Chiesa si sono trovati alleati nella repressione che ha portato all’uccisione di David e di una decina di suoi seguaci.
Il suo sacrificio si è configurato in seguito, nelle pagine di giustizia e della storia, come una sorta di tentativo di sollevazione pacifica e mistica dei ceti popolari, oppressi da tasse e da condizionamenti sociali in molti casi inaccettabili e che la religione cattolica non riusciva a controllare e guidare.
Il movimento di David Lazzaretti, una sorta di primitiva organizzazione cattolico-comunista sostenuta dai contadini dell’Amiata, è stato oggetto di studi di importanti storici delle religioni come Rasmussen, Donini, Moscato; di letterati, tra cui Guy De Maupassant, Lazzareschi, Gadda e Arrigo Petacco; di filosofi e politici come Eric Hobsbawm, Antonio Gramsci, Ernesto Balducci. Grazie a questi contributi l’avventura mistica del “profeta dell’Amiata” viene considerata oggi come una protesta sociale genuina, nata in una situazione economica difficile nelle campagne toscane dopo l’unificazione del 1860, che ha cercato il possibile riscatto in un percorso religioso e di vita guidato con grande carisma da David Lazzaretti.
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